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Grammophone - Multiverso

by Grammophone

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    Multiverso ha un booklet 24x36, con poster, testi e bellissimi lavori grafici.
    Potete ascoltare tutto gratuitamente, ma vi invitamo calorosamente a portare con voi un pezzo fisico di questo splendido lavoro.

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1.
Oltrenatura 05:52
Idoli in ritirata, idoli alla gogna. Muovo le serpi che ho in tana contro idoli in parata, contro le tue PopStars. Temo la carità e chi dietro si cela. Addestro api da un po’ con un solo ordine: idoli via di qua. Puoi difenderti ormai da false divinità, puoi persino odiare. Puoi fondare il tuo clan di soli eretici e sentirti un po’ più snob verso la tua patria, verso una divisa. Idoli alla gogna. Potrai farne polvere della castità e delle liturgie di chissà quale Padre. E non c’è nessun’altra Madre che ti illumini oltre Natura. Lo spirito allieta i week-end ma di santo cos’ha? Idoli e vanità sono il crack di questa vita, sono gabbie d’ottone, nessun pregio le appartiene. Idoli avvoltoi. [Mai più crimini in nome di chi bestemmierai.] Potrai farne polvere della castità e delle liturgie di chissà quale Padre. E non c’è nessun’altra Madre che ti illumini oltre Natura. Lo spirito allieta i week-end ma di santo cos’ha?
2.
Segreto 04:11
Nuda profondità, densa umanità che s’irradia. Dolce brutalità, ogni vena è un solco di vita. Quale segreto ha lo sguardo di una madre? Quante fiabe racconterà tra le labbra, poi su di me le sue labbra. Un figlio lo rapisce, dona seta a rughe magre di vita. Un uomo lo tradisce, un colpo di ciglia e reagirà. Corrompe le anime, brucia in lacrime, mentre cade su di me. Quale segreto ha lo sguardo di una madre? Quante fiabe racconterà tra le labbra, poi su di me le sue labbra.
3.
Nell'incanto 04:16
Gli apparirai e il silenzio basterà a guidarti in quell’ultimo abbraccio che ora ti manca e non crollerai, se uno sguardo esploderà in un pianto che tu da sola non fermerai. Il contatto guarirà le tue notti e la tua dignità. Ogni accusa svanirà in un soffio d’immortalità. Sentirai suonare gli alberi solo per te e nell’incanto ballerai con lui. Complici avvolti di lacrime, come in un frame di qualche tempo fa. Crolla l’ostilità e lo sentirai, negli angoli bui con te. E saprai ridere dei tuoi guai, dei tuoi mai. Sentirai suonare gli alberi solo per te e nell’incanto ballerai con lui. Complici avvolti di lacrime, come in un frame di qualche tempo fa.
4.
Botola 05:10
Scorro tra la folla, mi trasporta la mia crudeltà, multipli di ossa erose si sfiorano in cattività, questo è ciò che è aldilà di me. Vesto di nebbia l’ultimo inverno che ho. Occhi troppo spenti ma la voce non deluderà, concedo tempo a qualche orgasmo e torno nella botola. E perdo amici, denti, mesi, ritardo la mia tesi, cedo al mondo attimi arresi, fiumane di capelli, debiti e veleno. Questo è ciò che tu sai di me! Vesto di nebbia l’ultimo inverno che ho e desidero sia il mio l’addio che rechi meno male alla realtà.
5.
Parigi 06:44
Mi prenderò cura di te e di quello che già odio di te, in giorni dai volti grigi, in notti di cicatrici. Mi prenderò cura, vedrai, di quello che già ami e ancora non hai. Ricordi i bagliori a Parigi di bevute felici, non dimenticar mai. Muore un anno dietro noi, avanti il prossimo countdown. Non dipende da noi la nostra attesa, sono tempi in cui l’aria basta a malapena. L’Italia (la gente) si inchina. Non dipende da noi.
6.
Riservo un pied-à-terre in cui il mio coma si ripari dagli eserciti di eletti catto-criminali. Vigliaccherie in conclave reggono la fame. Tra gli smalti e gli ori invecchiano cognac. Ma in Italia si è agitato il mare. In Italia non si dorme più. Un gran fottio di croci ignora il tuo PIL, decide il futuro di chi non volta pagina e recita a memoria. Tra il lusso e il Dow Jones, impegni neo-radical-chic. Chic/Shock in town, la terra trema, traballano i vertici: è la furia che sgomita. Correndo a prendervi. Tra le coccole ai clan, le catene ai GIP, tra le favole dei reality, celano realtà di sangue e porpora. Tra patrimoni off-shore e quirinali badano ad affari e affollano i caveaux e comprano Mirò. Ma in Italia si è agitato il mare. In Italia non si dorme più. Un gran fottio di croci ignora il tuo PIL, decide il futuro anche qui. Shock in town, la terra trema, traballano i vertici: è la furia che sgomita. Correndo a prendervi.
7.
Gli orchi 06:30
E’ l’incubo che vive con me, di giorno scalpita e la notte fonde le sue identità: una ti graffia con la barba bianca, l’altra ubriaca la prima con facilità. Un bypass cruento tra le forme corrompe il buono e nutre l’avvoltoio. Io sono spettatore atteso al suicidio della sobrietà, il galà della sbornia ha un prezzo troppo caro anche per me. Ciò che ora si nutre in te, in me dà vita agli orchi, cancella le mete, bombarda i traguardi. Mi sento in orbita come un satellite cieco da troppi anni. Sono solo la spia di me, non confondo neanche più. Esalto il folle, mi prostituisco all’evidenza, che nera più del vino mi userà violenza al corpo e all’anima: è un sintomo di umanità. Non riesci più a gridare, non sorridi e illudi gli occhi, hai smesso di crescere ma il male no. Non riceverai sconti, ti costerà un pezzo di me. Il rimedio agli inganni ti costerà un pezzo di me. [Così sarò anch’io speciale per te.] Non riceverai sconti, ti costerà un pezzo di me. Il rimedio agli inganni ti costerà un pezzo di me (così un pezzo di me sarà vitale per te).
8.
Madame 03:50
Parla piano, madame. Oltre agli occhi di perla, hai un appeal da curare, da trattenere. Nei tuoi sguardi gli orrori fanno a gara coi miei, ma nessun vincitore porterà a casa medaglie. La voglia di piangere, di stringersi ed urlare è una prassi vitale, è un’esigenza comune. Non hai più niente per me, non hai più niente per te e per chi ti consola. Cosa rimane attaccato alle labbra, forse è l’amaro che ti colma e che non sai riciclare. Se ciò che spaventa è l’orizzonte, si fa fatica a decollare. La tua paresi sociale è il nostro male in comune. Non hai più niente per me, non hai più niente per te e per chi ti consola, chi ti guarda la gola, chi ripete ogni ora: abbi cura di te, abbi cura di te, abbi cura…
9.
Nell’ombra scalpita, si nutre di delirio e di clandestinità, è immune tra i ricordi e scava, adora il buio, scava tra le mie verità. E’ uno shock che non si frena, è uno shock che non ha età. E’ uno shock che mi avvelena e non mi risparmierà. Non ha più nessuna pietà. Offusca la realtà, distorce la visuale, niente la placherà, è sempre puntuale e frana su ogni istante, frana, ricopre l’anima. E’ uno shock che non si frena, è uno shock che non ha età. E’ uno shock che mi avvelena e non mi risparmierà. Non ha più nessuna pietà.
10.
Multiverso 05:35

credits

released October 11, 2013

Registrato da Ivan Antonio Rossi presso il Sam Recording Studio di Lari (PI)
Mixato da Ivan Antonio Rossi al 8bbr.rec di Milano
Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà studio di Tredozio (FC)
Etichetta/Management: Subcava Sonora
Booking: Revolver Lab

Progetto grafico ed editing fotografico di Manuele Altieri (La fine)

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Subcava Sonora Naples, Italy

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